A partire dagli ultimi decenni, nei territori Alpini, gli effetti della crisi climatica costituiscono una minaccia alla funzionalità degli ecosistemi montani in seguito ad un aumento della frequenza e intensità dei pericoli naturali. Inoltre, le tendenze contrastanti dello spopolamento delle aree marginali da un lato ed il turismo di massa dall’altro pongono nuove problematiche di pianificazione e gestione del territorio. In questo contesto, la gestione sostenibile delle foreste montane si configura come un “wicked problem”, o "problema complesso", a causa della molteplicità di interessi contrastanti che coinvolge.
La foresta, per i servizi che svolge, è un elemento essenziale per la vivibilità dei territori montani, tuttavia essa è un ecosistema delicato, le cui dinamiche di sviluppo possono essere troppo lente rispetto alla velocità con cui si manifestano gli effetti del cambiamento climatico. Già oggi sono infatti evidenti le conseguenze del cambiamento climatico, con vaste aree boscate in deperimento o a rischio di perdere la loro funzionalità. In questo contesto, l’obiettivo del progetto ALCOTRA “SylvAFoRes” (Selvicoltura Adattativa per una Foresta Resiliente) consiste nel promuovere un approccio di analisi, pianificazione e
gestione forestale sostenibile che aumenti la resilienza delle foreste ai cambiamenti climatici, al fine di mantenere i servizi ecosistemici che queste forniscono alla società. Attraverso un approccio transfrontaliero, il progetto si focalizza sull’individuazione dei popolamenti esposti al deperimento, ed alle interazioni con altri pericoli naturali che aumentano la vulnerabilità dei servizi ecosistemici fondamentali (protezione, produzione, biodiversità, turismo). Successivamente, saranno inoltre definiti e sperimentati dei trattamenti di gestione forestale adattativi e climaticamente intelligenti, al fine di rallentare o prevenire il processo di deperimento che interessa le foreste di confine, un tema ancora trascurato ma dalle notevoli implicazioni gestionali.
I partner di progetto sono il Consorzio Forestale Alta Valle Susa (CFAVS), l’Office National de Forets (ONF) e l’Università di Torino (UNITO). La forza di questo partenariato risiede nel
coinvolgimento sia di enti di gestione delle foreste pubbliche sia di un partner accademico con grande esperienza sul tema, combinando le conoscenze scientifiche disponibili con l’esperienza gestionale. Inoltre, l’area interessata dal progetto è caratterizzata da una spiccata uniformità territoriale, climatica, ecologica e gestionale. L’area ricopre complessivamente 2130 km2, di cui 660 km2 in Italia e 1470 km2 in Francia, ed interessa 37 comuni. Su questo territorio, ben il 26% è occupato da foreste pubbliche gestite da CFAVS (18.500 ettari) e ONF (38.000 ettari), la cui responsabilità gestionale è pertanto vasta e diversificata. Le categorie forestali più diffuse sono i lariceti, le pinete di pino silvestre e le abetine, mentre le funzioni più estese sono quelle protettive, mista protettivo-produttiva e naturalistica: molte foreste infatti ricadono all’interno di una delle 25 aree protette Rete Natura 2000 che insistono sul territorio.
Le principali Azioni del progetto consisteranno in:
- La definizione di un protocollo operativo basato su immagini satellitari open-source ed una sua validazione in bosco al fine di mettere a punto uno strumento per l’individuazione precoce
dei popolamenti forestali in deperimento e una mappatura dei loro trend di sviluppo (WP3 - Quantificazione del deperimento forestale);
- La realizzazione di un’analisi delle interazioni tra deperimento, incendi ed altri pericoli (es. valanghe) al fine di studiarne gli effetti sulla funzionalità del bosco in termini di servizi ecosistemici. Dai risultati dell’analisi saranno identificate le porzioni di territorio dove è maggiore un rischio di perdita della funzionalità; la priorità