L’avvento della Quarta rivoluzione industriale sta avendo un effetto dirompente sull’organizzazione produttiva e di riflesso sulla modalità di esecuzione della prestazione di lavoro. La rapida diffusione dell’intelligenza artificiale e delle macchine robotiche (MR) sta, infatti, determinando un aumento della produttività e una intensificazione nei ritmi di svolgimento dell’attività lavorativa. Questo mutamento di scenario pone rilevanti sfide sul piano prevenzionistico spingendo ad indagare il rinnovato rapporto tra l’uomo e le macchine che si va instaurando nella c.d. smart factory e i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori di tipo fisico, psicosociale e organizzativo. Sebbene la MR e l’IA possano essere utilizzate per assistere o sostituire completamente gli umani in ambienti lavorativi rischiosi e facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro a categorie tradizionalmente svantaggiate, tuttavia come nota Bentivogli (2022), la delega comporta un costo che rischia di essere elevato. Questo sia in termini di sicurezza sul lavoro (ansia, stress, tecnostress, rischi ergonomici, rischi fisici, rischio VDT, ecc.), che di incremento delle attività di routine (es. rischio di alienazione), di impoverimento del senso e della qualità del lavoro stesso e del senso di appartenenza all’organizzazione. Tale delega peraltro non è sempre applicabile; si pensi al rischio che l’applicazione di un algoritmo possa determinare insufficienze nel processo decisionale: dalla peculiarità e dall’unicità umana derivano il pensiero critico, laterale e strategico e la capacità di attribuire valore e significato alle cose. Inoltre, l’impatto dell’utilizzo di IA e MR va valutato con attenzione anche in relazione a dati sociodemografici come l’età e il genere.
I dati raccolti in Italia (Carbonero e Scicchitano, 2021), suggeriscono che già nell’ultimo decennio si è registrata una associazione positiva tra le professioni ad alto contenuto di attività cognitive e l’utilizzo della IA. Al contempo, nelle professioni che prevedono attività routinarie, impiegatizie e manuali è aumentato nel corso del tempo il ricorso alle MR che comportano un’ulteriore fatica cognitiva, demotivazione e distacco emotivo dall’oggetto del lavoro. Attualmente si fa uso negli ambienti di lavoro di IA e MR spesso senza programmare attività di compartecipazione all’implementazione di tali strumenti e senza la possibilità di valutarne gli impatti sul singolo e sul gruppo di lavoro.
In questa prospettiva il progetto procederà in una duplice direzione, prendendo in considerazione, da un lato, gli effetti determinati dai sistemi di intelligenza artificiale nella gestione della prestazione lavorativa, dall’altro lato, si approfondiranno i nuovi spazi emergenti dalla collaborazione tra l’uomo e le macchine robotiche. L’obiettivo è di individuare soluzioni per prevenire o, tuttalpiù, mitigare i rischi indotti da un utilizzo inadeguato e non controllato della tecnologia, adottando quell’approccio, antropocentrico, sostenibile e resiliente, proprio di Industria 5.0, accolto dalla campagna EU-Osha 23-25 Ambienti di lavoro sani e sicuri.