The role of serum Glypican-3 (GPC-3) to predict the therapeutic response and clinical outcome in patients with hepatocallular carcinoma: the GRETHA study
Progetto Il carcinoma epatocellulare (HCC) è il sesto tumore più comune al mondo e rappresenta oltre il 90% dei tumori primari del fegato. Indipendentemente dall’eziologia sottostante della malattia epatica cronica, la cirrosi rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo dell’HCC.
L'assegnazione del trattamento e la previsione della prognosi dipendono principalmente dello stadi tumorale, dalla funzionalità epatica e dal performance status (PS). Tuttavia, l’HCC è caratterizzato da un’eterogeneità sia fenotipica che molecolare che può influenzare la risposta al trattamento e la sopravvivenza dei pazienti. Pertanto, la disponibilità di uno strumento in grado di stratificare i pazienti con HCC al fine di personalizzare le opzioni di trattamento rappresenta un’esigenza insoddisfatta.
Glypican-3 (GPC-3) è un membro della famiglia dei proteoglicani eparan solfato, sovraespressi durante l'embriogenesi e l'organogenesi; il mRNA e le proteine del GPC-3 sono espressi in oltre l'80% degli HCC ma non nei tessuti normali ad eccezione della placenta e del fegato fetale. Ad oggi, diversi studi hanno evidenziato il valore diagnostico e prognostico dell'espressione di GPC-3 nel tessuto epatico; tuttavia, studi che hanno valutato il ruolo prognostico della misurazione del GPC-3 sierico nei pazienti con HCC
sono scarsi.
Obiettivi
1) indagare la correlazione tra i livelli sierici di GPC-3 e lo stato del tumore (definito da numero e dimensione dei noduli, presenza di invasione vascolare, diffusione extra-epatica) secondo il sistema di stadiazione Barcelona-Clinic Liver Cancer (BCLC);
2) valutare l'utilità del GPC-3 sierico per l'identificazione di un'appropriata assegnazione terapeutica e per la previsione della risposta alla terapia (terapie loco-regionali e sistemiche);
3) valutare il valore prognostico del GPC-3 sierico in base a diversi endpoint quali la sopravvivenza globale (OS), il tasso di risposta obiettiva (ORR) e il tasso di controllo della malattia (DCR).
4) confrontare la prestazione prognostica complessiva (OS, ORR e DCR) di GPC-3 con l'alfa-fetoproteina (AFP) e la proteina indotta dall'assenza di vitamina K o antagonista II (PIVKA-II).
5) studiare l'accuratezza di GPC-3 per la previsione della recidiva di HCC in pazienti con storia pregressa di HCC.
Endpoint dello studio
L'endpoint primario dello studio è la OS, definita come il tempo intercorrente tra la diagnosi di HCC e la morte, indipendentemente dalla recidiva della malattia. La risposta alla terapia sarà definita secondo i criteri di valutazione della risposta modificata nei tumori solidi (mRECIST) come risposta completa (CR; scomparsa di tutte le lesioni target), risposta parziale (PR; almeno una diminuzione del 30% nella somma delle lesioni target), malattia progressiva (PD; almeno un aumento del 20% nella somma dei diametri delle lesioni target) e malattia stabile (SD; definita come non rispondente ai criteri né per la malattia progressiva né per una PR). Gli endpoint secondari saranno ORR (CR+PR vs SD+PD), DCR (CR+PR+SD vs PD) e tasso di recidiva di HCC.
Pazienti e metodi
La coorte di studio includerà pazienti affetti da HCC già arruolati nel progetto MIRRA (CEI-452) dell'Unità di Epatologia e Gastroenterologia, Dipartimento di Scienze Mediche, dell'Università di Torino da giugno 2012 a dicembre 2021.
Criteri di inclusione: età >18 anni; la diagnosi di HCC eseguita mediante criteri non invasivi (tomografia computerizzata multifasica, risonanza magnetica con contrasto dinamico o ecografia con mezzo di contrasto) o istologica (biopsia) secondo le linee guida EASL; disponibilità di un campione di siero al momento della diagnosi di HCC; consenso informato scritto firmato.
Per tutti i pazienti, le caratteristiche demografiche (età e sesso), antropometriche (indice di massa corporea), biochimiche (test di funzionalità epatica), cliniche (eziologia sottostante della malattia epatica, eventi correlati a