Un nuovo approccio al trattamento del Morbo di Alzheimer basato su nanosistemi contenenti composti a base di 10B e/o 157Gd e la radioterapia a base di neutroni (NCT)
Progetto In questo progetto vengono proposti nuovi composti a base di boro, o boro e gadolinio, in grado di legarsi selettivamente alle proteine Aβ (beta amiloidi) per il trattamento del morbo di Alzheimer in associazione con la BNCT (Boron Neutron Capture Therapy), una radioterapia a base di neutroni. Il morbo di Alzheimer è la causa più comune di demenza, con un impatto enorme sulla società. Si prevede che in futuro il numero di persone affette da tale disturbo raddoppierà ogni 20 anni. Le cause di questa patologia sono tuttora poco chiare, ma è stato riconosciuto il ruolo chiave dell’aggregazione di peptidi Aβ in fibrille oligomeriche, costituite da circa 40-42 amminoacidi, per lo svilupparsi della malattia. Ad oggi, non esiste una cura per la malattia di Alzheimer e i trattamenti utilizzati hanno lo scopo di attenuare la progressiva perdita delle capacità cognitive e funzionali, senza agire in alcun modo sulle cause. Attualmente vi è un solo nuovo farmaco approvato dalla FDA, il Lecanemab (Leqembi®) usato per trattare la malattia nei suoi primi stadi. La BNCT è una terapia che sfrutta l’interazione tra i neutroni a bassa energia e nuclei di atomi dell’isotopo boro 10 ( 10 B) per produrre particelle α a bassa energia. L’idea di base del progetto intende sfruttare l’azione sinergica di due agenti, neutroni a bassa energia, e composti contenenti 10 B o, 10 B / 157 Gd (gadolinio), in grado di legarsi selettivamente con le proteine Aβ al fine di disgregare gli oligomeri peptidici in seguito all’irraggiamento con i neutroni. È importante sottolineare che entrambi gli agenti sono inerti se somministrati da soli. In una prima fase quindi, si somministrano i composti al 10 B in maniera tale da permettere il loro accumulo negli aggregati Aβ, segue l’irraggiamento con un fascio di neutroni che sarà efficace esclusivamente all’interno dell’aggregato Aβ. Gli agenti contengono i carborani, gabbie icosaedriche contenenti 10 atomi di boro e due di carbonio, questi ultimi permettono la funzionalizzazione del carborano con opportuni vettori biologici, in grado di aumentare l’affinità con le placche amiloidiche, e con leganti contenenti Gd che avrà un doppio ruolo: di sonda MRI (Risonanza Magnetica per Immagini) per valutare la biodistribuzione dell’agente boronato, sia qualitativamente e quantitativamente, sia di agente attivo nella GdNCT amplificando l’effetto dell’irraggiamento. Gli agenti proposti in questo progetto sono analoghi boronati della curcumina, nota per i suoi effetti benefici su varie patologie, incluso il morbo di Alzheimer, e di molecole utilizzate come sonde PET (Tomografia ad emissione di positroni) come il composto di Pittsburg (PBiB) già note per la loro capacità di legarsi alle placche amiloidi.