Nell'antico Egitto la morte era l'inizio di una nuova vita e il corpo era l'àncora dell'anima. Per garantire il successo del passaggio all'aldilà erano necessarie complesse pratiche di mummificazione e rituali di sepoltura. Finora questi aspetti sono stati esplorati soprattutto attraverso lo studio dei testi e dei contesti archeologici, incentrati principalmente sulle élite. Tuttavia, grazie ai progressi scientifici nello studio dei resti umani, è possibile far emergere la vita di categorie sottorappresentate del popolo egizio. HEADS, grazie alla collaborazione con il Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università di Torino (MAET), offre l'opportunità unica di studiare un settore relativamente inesplorato della società, comprendente individui di sesso maschile e femminile, adulti e giovani, delle classi basse e medie di due siti archeologici chiave in Egitto (Assiuit e Gebelein). Per ottenere un quadro più chiaro del loro passato e fornire al MAET nuove serie di dati, verranno utilizzati quattro metodi: analisi dei residui lipidici, paleoproteomica, scansione TC e datazione al radiocarbonio. Questi metodi saranno applicati per 1) identificare gli ingredienti e le procedure utilizzate per l'imbalsamazione e come questi differiscono in base alle parti del corpo, 2) caratterizzare la salute del defunto e 3) datare i resti. L'identificazione del sesso biologico e dell'età alla morte chiarirà ulteriormente come il sesso e l'età abbiano influenzato il trattamento nella morte e nella salute. Per rispondere a queste domande, HEADS sarà il primo studio biomolecolare completo sui resti mummificati del MAET, utilizzando un approccio multidisciplinare innovativo. Le metodologie combinate permetteranno a HEADS di tracciare un quadro dettagliato delle pratiche di mummificazione e della salute passata di un'antica popolazione egiziana di classe medio-bassa e di collocarle all'interno di un solido quadro cronologico, colmando le lacune nella nostra conoscenza della comunità egiziana non elitaria.