Il progetto punta ad aumentare l’efficienza dal punto di vista economico ed ecologico della filiera della coltivazione e della trasformazione della ciliegia della collina torinese, sfruttando l’invenduto e il sottoprodotto per ottenere principi attivi reimpiegandoli in campo alimentare e della cosmesi. L’idea nasce dalla necessità di valorizzare il prodotto ciliegie che risulta invendibile sul mercato del fresco. Le avversità climatiche e la particolarità dell’areale di coltivazione dove le coperture antipioggia non possono essere una modalità di coltivazione diffusa, hanno fatto sì che il prodotto non idoneo alla vendita sia quantitativamente cresciuto nel corso degli anni. Parallelamente esiste una consolidata attività di trasformazione del frutto in prodotti trasformati (succhi, marmellate…), che originano uno scarto (peduncoli, residui di spremitura, …). Scarto e residui di lavorazione sono tuttavia molto ricchi di principi attivi. Esiste una vasta bibliografia in merito all’utilizzo di sottoprodotti di lavorazione per l’estrazione di una frazione attiva ed è a partire da tali considerazioni che prende l’avvio il progetto. Il metodo di estrazione attraverso le microonde è già stato sperimentato per altre tipologie di matrici (vinacce, agrumi, malto…) per l’estrazione di flavonoidi, polifenoli e composti aromatici. L’efficacia del metodo sta nell'efficienza di estrazione, nella possibilità di lavorare senza l’ausilio di solventi diversi dall’acqua e nel relativo basso costo. La materia prima impiegata è prodotto di scarto e pertanto a costo zero. L’estratto ottenuto può essere declinato in differenti utilizzi