Lezioni dal passato per guardare al futuro: leggere le rocce del Piemonte per capire il cambiamento climatico. (REACT. Rocce piEmonte cAmbiamento ClimaTico)
Progetto Uno dei più grandi problemi che caratterizzano il nostro periodo storico è il cambiamento climatico in atto, che a buon diritto è più volte stato affrontato nell’agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Gran parte degli sforzi scientifici sono ora finalizzati ad accrescere la conoscenza sugli impatti e la direzione futura dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo, nonché alla loro mitigazione. Uno degli aspetti più critici dei cambiamenti climatici è rappresentato dalla difficoltà di progettare modelli di previsione affidabili, connessa con la gran mole di dati da processare (dati strumentali recenti) e la scarsa disponibilità di dati che descrivano e analizzino il cambiamento climatico durante intervalli di tempo estesi, disponibili solo nell’archivio geologico. In questo senso, le discipline delle Scienze della Terra, come Paleontologia e Stratigrafia, rappresentano strumenti chiave per ottenere dati che permettano previsioni attendibili sul cambiamento climatico in atto, in quanto consentono uno studio di dettaglio delle fasi che caratterizzano l’evento impattante, dal suo inizio, fino al tempo e modo di recupero.
Il Miocene, un intervallo di tempo geologico durante il quale la temperatura era più elevata dell’attuale, ma l’anidride carbonica (CO2) in atmosfera era simile a quella del nostro secolo, potrebbe essere il miglior analogo disponibile per la nostra Terra futura, con un clima modificato dall’ uomo. In particolare lo studio del Miocene superiore può fornire informazioni sui modi in cui gli ecosistemi e i singoli organismi si evolvono e si adattano per affrontare questi cambiamenti e come questo a sua volta possa influenzare i processi fisici attivi sul nostro pianeta. Tra questi sono molto importanti i microrganismi a guscio carbonatico, che sono direttamente influenzati dalle variazione di temperatura e, a loro volta, influenzano il ciclo del carbonio, strettamente correlato alle variazioni climatiche.
La Regione Piemonte offre rocce sedimentarie che registrano In estremo dettaglio i cambiamenti climatici avvenuti a piccola scala nel Miocene superiore, e il cui studio può contribuire a migliorare le conoscenze utili a progettare modelli predittivi sempre più accurati delle variazioni climatiche in atto. Infatti studiare le associazioni micropaleontologiche e la geochimica degli isotopi stabili dei gusci dei microrganismi conservati in queste successioni permetterà di migliorare la nostra conoscenza e di dettagliare il cambiamento climatico e ambientale occorso nel Miocene superiore e la risposta degli ecosistemi a questi cambiamenti. Non meno importante, la ricostruzione nel tempo di questi eventi ci fornirà una chiave di lettura migliore del cambiamento in atto, contribuendo a migliorare i modelli in uso.
Tuttavia, difficilmente queste informazioni e questi modelli vengono resi facilmente disponibili a tutta la popolazione coinvolta e vi è un grande divario tra la conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici, la loro comprensione da parte del pubblico, e la scelta proattiva dei singoli e delle comunità di cambiare i propri comportamenti per adattarsi al clima che cambia.
Per diminuire la distanza tra la conoscenza scientifica dei ricercatori e la (scarsa) formazione del pubblico è necessario quindi permettere a tutti di avere accesso e comprendere facilmente questi dati paleoclimatici e le loro implicazioni sui modelli predittivi, e contemporaneamente coinvolgere le persone in attività esperienziali che stimolino e rendano possibile un cambiamento di tutti verso abitudini sostenibili e resilienti, e che favoriscano anche l'azione sostenibile dei decisori in materia di cambiamento climatico. È necessario quindi organizzare eventi divulgativi che abbiano come tema il cambiamento climatico, e che rendano partecipe il pubblico dell’importanza della conoscenza degli eventi del passato, i cui dettagli sono racchiusi anche nelle rocce che a