La ricerca mira ad avviare un progetto pilota di formazione degli operatori sanitari alle esigenze religiose e spirituali dei pazienti ospedalieri – con specifico riferimento al polo della Città della Salute e della Scienza di Torino (d’ora in poi Città della Salute) – nell’ottica del crescente pluralismo religioso del territorio torinese. Con esso s’intende contribuire a promuovere il welfare di comunità in un’ottica di inclusione e di coesione, attraverso interventi volti al coinvolgimento attivo del personale sanitario, e alla cura dei degenti e delle loro famiglie.
Il progetto si configura come una ricerca-azione che coinvolge attivamente gli operatori sanitari al fianco dei ricercatori con l’obiettivo di costruire una “cartella parallela” ossia uno strumento della medicina narrativa che raccoglie informazioni sulla storia biografica e religiosa dei pazienti e che integra le informazioni della cartella clinica. Per raggiungere questo obiettivo, i ricercatori:
(a) svolgeranno interviste (previo consenso informato qui e negli altri casi – cfr. paragrafi “Fasi del progetto” e “Metodologia”) al personale amministrativo responsabile del “Progetto Religioni - La cura dello spirito”, il servizio che, dal 2008, offre supporto religioso e spirituale ai pazienti ricoverati in Città della Salute. Questa azione consentirà di comprendere quale sia l’offerta religiosa/spirituale proposta dall’azienda ospedaliera;
(b) condurranno un focus group con gli operatori sanitari e intervisteranno gli operatori spirituali (compresi gli assistenti laici rappresentati da UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti e AMNC, Assistenti Morali non Confessionali) che lavorano nell’ambito del sopracitato Progetto. Questa azione permetterà di rilevare le modalità di relazione e intervento adottate dagli operatori con i pazienti;
(c) svolgeranno – insieme a un gruppo selezionato di operatori sanitati – interviste in profondità secondo l’approccio della medicina narrativa ai pazienti ricoverati in due reparti, Oncoematologia e Trapianto Rene. I reparti sono stati selezionati in accordo ai referenti del sopracitato Progetto, che hanno già provveduto a sensibilizzare gli operatori sanitari attivi in essi, e a coinvolgere i più interessati. Questa azione consentirà di cogliere i bisogni religiosi e spirituali dei degenti dei due reparti.
Grazie al co-finanziamento che verrà erogato dalla Rete Oncologica del Piemonte e Valle D’Aosta in caso di finanziamento del progetto, sarà inoltre possibile individuare una terza realtà del territorio piemontese da coinvolgere nell’indagine. Questa realtà sarà concordata con la Rete Oncologica dopo un’attenta valutazione delle caratteristiche dei reparti di Oncologia presenti nella Regione, al fine di massimizzare l’efficacia del progetto e l’aspetto comparativo con gli altri due reparti già coinvolti.
Sulla base dei dati raccolti ci si propone di: (a) individuare delle best practice che forniscano linee guida per indirizzare gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri, nell’intercettare le richieste religiose e spirituali dei pazienti; (b) fornire all’azienda ospedaliera indicazioni di policy relative alla gestione delle diversità religiose, muovendo “dal basso”, ovvero dalle richieste e dalle esigenze dei pazienti ricoverati.
L’attualità di una riflessione sulle richieste di spiritualità nei luoghi di cura deriva dal cambiamento del paesaggio religioso, che in Italia è mutato significativamente negli ultimi anni all’insegna di un più sviluppato pluralismo (Garelli 2020). Tanto nelle accademie quanto nella sfera pubblica vanno moltiplicandosi i dibattiti sulla gestione della diversità religiosa e culturale nelle istituzioni pubbliche (Ozzano e Giorgi 2016). Queste riflessioni restituiscono l’idea che la pluralizzazione e l’eterogeneità della mappa religiosa odierna conducano a un crescente numero di confli