Alla prova dell’Antico: scultori-restauratori tra Cinque e Seicento. Torino tra la Francia e Roma, nel contesto europeo.
Progetto La febbre collezionistica dei Savoia rivolta alle vestigia antiche era condivisa da sovrani, nobili, ecclesiastici e pontefici disseminati in tutta Europa, e in special modo dalla Corona francese, protagonisti o comprimari di un ramificato e dinamico gioco di acquisti, scambi, doni e sottrazioni. E a questa smodata e incurabile passione per l’antico corrispondeva una costante attenzione per la conservazione, l’aggiornamento e l’allestimento dei pezzi in sedi che ne permettessero un’adeguata esposizione e fruizione. A intervenire sui pezzi antichi erano solitamente scultori, più o meno noti, verso i quali – salvo eccellenti eccezioni – solo recentemente si è rivolta l’attenzione degli studiosi. Promuovendo il dialogo tra studiosi, conservatori e/o restauratori, il seminario intende affrontare molteplici questioni, ragionando sulla fortuna/sfortuna di tali restauri e sulla complessa gestione degli interventi museali attuali, anche in relazione alla restituzione al pubblico oggi.