Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore che è solitamente causato dall’esposizione
professionale all’amianto. è una neoplasia rara (0.17% dei casi mondiali di tumore nel 2020).
Tuttavia, ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni molto basso (12%), principalmente dovuto
alla mancanza di interesse nello sviluppo di una adeguata terapia per i pazienti che ne
soffrono (malattia orfana).
In Italia, il 50% dei casi di mesotelioma sono registrati in sole 4 regioni, Lombardia,
Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna. In particolare, in Piemonte si contano 5790 casi di
mesotelioma tra il 1990 e il 2019, e la provincia di Alessandria risulta la più colpita, come
conseguenza di attività industriali coinvolte nella produzione di manufatti in amianto.
Sebbene in Italia sia in atto da più di trent’anni una stretta politica di cessazione di utilizzo
dell’amianto (legge 27 marzo 1992, n. 257), e per limitare l’esposizione dei lavoratori alle
fibre di amianto, l’incidenza del mesotelioma non è diminuita. Vi è quindi una chiara
necessità a livello locale di identificare nuovi bersagli e sviluppare nuovi trattamenti per la
cura di questa patologia. La terapia farmacologica attuale del mesotelioma non garantisce alcun beneficio sulla
sopravvivenza dei pazienti. Molti studi clinici sono in corso, anche su molecole già in uso per
il trattamento di altri tumori. Ad esempio, l’inibitore dell’enzima “PARP” Olaparib
somministrato per os, ha recentemente avuto risultati lievemente positivi in uno studio
clinico di Fase 2, e riteniamo che un miglioramento della formulazione possa contribuire ad
un aumento della dose assorbita, con conseguente incremento dell’efficacia. Inoltre, i nostri
collaboratori a Candiolo (Prof.ssa Di Nicolantonio), hanno evidenziato come la vitamina C
abbia un’efficacia antitumorale di per sé, e risulti quindi una interessante molecola da essere
usata in terapia combinatoriale. Con il gruppo di Biologia Farmaceutica (Prof.ssa Rubiolo),
è stato identificato l’estratto di rosa canina come particolarmente ricco di vitamina C,
risultando quindi un candidato ideale da essere incorporato nella nostra formulazione. Sulla
base di queste considerazioni, si propone quindi lo sviluppo di una formulazione
nanovettoriale in grado di veicolare olaparib in combinazione con l’estratto di rosa canina,
per ottenere un medicinale inalabile in grado di accumularsi nel sito d’azione per il
trattamento del mesotelioma pleurico. La nanomedicina sviluppata sarà caratterizzata dal
punto di vista chimico-fisico in collaborazione col Dip. di Chimica (Centro Scansetti, Prof.
Turci), e dal punto di vista della biocompatibilità col gruppo di Farmacologia (Dott.ssa
Dianzani). Una volta messa a punto la formulazione con le migliori proprietà, sarà valutata
l’efficacia su linee cellulari di mesotelioma umano e murino (Dott.ssa Maione). Inoltre, sarà
saggiata su cellule di mesotelioma ottenute da biopsie di pazienti in cura all’ospedale di
Alessandria (Dott.ssa Grosso). Infine, la formulazione più promettente potrà essere testata
su modello animale immunocompetente per valutare appieno le caratteristiche
farmacologiche.