Baby@NET: Implementazione della sorveglianza del neurosviluppo nei nati in epoca COVID attraverso le terapie intensive neonatali e i pediatri di famiglia
Progetto La pandemia COVID 19 e le misure messe in atto per contenerla hanno amplificato i fattori di rischio per lo
sviluppo di disturbi del neurosviluppo. La letteratura internazionale concorda che l’infezione da Sars-CoV-2
in gravidanza è associata ad un aumentato rischio di grave malattia COVID-19 materna e a complicanze
perinatali, inclusi maggiori tassi di parto pretermine e basso peso alla nascita (1), entrambi fattori di rischio
per disturbi del neurosviluppo. Questa associazione è stata confermata anche nel contesto italiano dalla
Società Italiana di Neonatologia (SIN) e dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS), coordinato
dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), documentando un’aumentata percentuale di neonati pretermine e con
basso peso alla nascita in epoca pandemica dati Registro COVID 19 tasso medio nazionale 2020-
2022:10,1%; dati coorte ItOSS anni 2020-2021: 11,1% (2) rispetto al periodo pre-pandemia (6,9%).
La necessità di attivare un sistema di monitoraggio dedicato allo studio delle conseguenze dirette ed
indirette della pandemia sul neurosviluppo emerge anche dai risultati di un recente studio pubblicato su
JAMA Pediatrics (3) effettuato in una coorte di bambini nati da gravidanze decorse con e senza contagio da
SARS-CoV-2. I ricercatori hanno documentato che, pur non osservando differenze tra neonati esposti o non
esposti all'infezione materna in utero, i neonati in epoca covid presentavano punteggi significativamente più
bassi nelle abilità motorie e personali-sociali già a 6 mesi di vita rispetto a una coorte di bambini nati in
precedenza. L’entità del ritardo di sviluppo, così come gli effetti a lungo termine, restano ancora da
confermare e la comunità scientifica discute anche il possibile ruolo dello stress materno e delle criticità
psicosociali vissute dai genitori durante la pandemia (4). A questo riguardo, i dati ItOSS sulla coorte
nazionale di gestanti con infezione da SARS-CoV-2, indicano che solo il 52% ha potuto avere un
accompagnatore durante il travaglio-parto, il 39% è stato separato dal proprio figlio alla nascita, solo il 27%
ha praticato il contatto pelle a pelle, il 72% il rooming-in e 8 neonati su 10 hanno ricevuto latte materno (5).
Inoltre, i cambiamenti nell'assistenza al percorso nascita e il ridotto supporto sociale correlato alla pandemia
sono stati motivo di preoccupazione per la grande maggioranza delle utenti dei Consultori Familiari che
hanno partecipato a una indagine in gravidanza e nei primi 6 mesi dopo il parto, e il 10% delle donne ha
presentato un distress psicologico clinicamente rilevante (6).
Considerato l’attuale scenario epidemiologico e le possibili recrudescenze, l’impatto della pandemia
COVID sul neurosviluppo delle future generazioni è un tema di salute pubblica che implica necessità
organizzative specifiche ed interventi multi-istituzionali e multidisciplinari. La comunità scientifica
nazionale ed internazionale concorda sulla necessarietà di istituire un monitoraggio delle traiettorie di
sviluppo dei neonati in epoca COVID, finalizzato ad intercettare precocemente eventuali disturbi e
anticipare interventi utili a mitigare gli effetti a lungo termine.