Sviluppo di un test rapido per la ricerca di ASFV (African Swine Fever Virus) in campioni biologici
Progetto La peste suina africana ha dato origine ad una nuova epidemia a partire dalle regioni caucasiche nel 2007 progredendo verso ovest con i suidi selvatici e domestici. La presenza abbondante di cinghiali garantisce una inarrestabile progressione della infezione che potrebbe raggiungere il nostro paese in breve tempo. La suinicoltura italiana, particolarmente diffusa nel nord del paese, incluso il Piemonte, è salvaguardata da imponenti misure di biosicurezza. Tuttavia la presenza di una infezione epidemica nella specie selvatica, rappresenterebbe un rischio molto elevato per le nostre esportazioni. Di qui la necessità di attrezzarci in tempo utile per fronteggiare con rapidità ed efficacia i primi focolai che dovessero verificarsi sul territorio. Disporre di metodi di diagnosi precoce, da effettuare sul campo, senza sostituirsi ma integrandosi con i metodi ufficiali, consentirebbe di arginare con maggiore efficacia i primi casi riscontrati nel cinghiale migliorando la tempestività delle decontaminazioni ambientali e la rimozione delle carcasse. Il progetto mira a sviluppare un test rapido per la ricerca del virus in campioni biologici, da eseguire in pochi minuti sul campo, contemporaneamente ai prelievi da inviare al laboratorio ufficiale. Il prototipo verrà validato dal centro di referenza nazionale di Perugia ed applicato in via sperimentale durante la prima stagione venatoria.