Tra li 2009 e li 2011 li Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (già Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria) dell'Università di Torino ha condotto due indagini conoscitive volte ala caratterizzazione della razza-popolazione Capra Grigia delle Vali di Lanzo o Fiurina. In particolare, sono stati valutate la consistenza numerica e la distribuzione geografica, le caratteristiche morfologiche, produttive e riproduttive. Dal punto di vista genetico, è stata valutata la distanza dalle altre razze caprine mediante l'analisi mitocondriale e dei microsatelliti. Successivamente, sono state approfondite le caratteristiche quanti- qualitative del latte delle capre Fiurinà, inclusi li suo profilo in acidi grassi e li polimorfismo caseinico.
I risultati ottenuti sono stati alla base del riconoscimento ufficiale della razza da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari (2014) e l'assegnazione del codice univoco nazionale da parte dell'Associazione Italiana Allevatori (2015). In seguito all'approvazione in sede europea, la razza Capra Grigia delle Valli di Lanzo è stata inserita nell'elenco delle razze ammissibili al sostegno previsto dall'operazione 10.1.8 - "Allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono" della Misura 10 (Pagamenti agro climatico ambientali) del PSR 2014- 2020 della Regione Piemonte ed è oggi inserita anche nel CSR 2023-2027. Tutte queste azioni hanno contribuito ad aumentare l'interesse verso la razza. È stata costituita (2015) l'Associazione allevatori capra Grigia delle Valli di Lanzo o Fiurina che negli anni ha organizzato rassegne e manifestazioni per far conoscere e promuovere la razza stessa. Dagli 81 capi censiti nel 2008, attualmente si stimano circa 300-350 capi, allevati non solo nelle Valli di Lanzo, ma anche in altre vallate limitrofe e in altre regioni d'Italia. Al di là di una tendenza crescente nella numerosità della popolazione allevata, li numero dei capi di Fiurinà è comunque molto limitato. Per questo motivo è stato proposto di costituire un Centro di allevamento per i maschi di razza Grigia delle Valli di Lanzo. Tale Centro, infatti, potrebbe rappresentare uno strumento indispensabile per un effettivo programma di salvaguardia e protezione della razza, vista la bassa numerosità dei capi allevati, la nascita di soggetti acorni sterili e li conseguente rischio di consanguineità. Sono diversi, infatti, gli esempi (per rimanere in territorio piemontese, si può citare li "Centro Arieti della razza ovina Sambucana") che testimoniano come un'efficace gestione dei soggetti maschi e del loro patrimonio genetico, non solo permetta li recupero di una razza a rischio di estinzione, ma consenta l'incremento della numerosità della popolazione, salvaguardandone la biodiversità. lI Centro avrebbe come obiettivo la custodia di un gruppo di maschi durante l'anno che, secondo una specifica pianificazione, verrebbero successivamente distribuiti alle singole aziende per la monta durante la stagione riproduttiva. Il Centro si farebbe carico di ritirare inizialmente una quarantina di capi maschi in giovane età e provvederebbe al loro mantenimento e cura durante l'anno. Durante la permanenza al Centro, i futuri becchi sarebbero valutati da un punto di vista morfologico da un comitato di esperti di razza, oltre ad essere monitorati dal punto di vista sanitario. Tali valutazioni permetterebbero di operare una prima selezione dei soggetti più idonei alla rimonta. Sarebbe inoltre possibile eseguire ulteriori valutazioni, dal punto di vista genetico e riproduttivo, al fine di selezionare i becchi maggiormente rispondenti ai criteri stabiliti in collaborazione con l'Associazione di razza. Durante la stagione riproduttiva li Centro avrebbe li compito di distribuire i maschi selezionati secondo una turnazione programmata, per evitare i problemi di consanguineità, consegnandoli agli allevatori e ritirandoli al termine della stagione.