La Circoscrizione 3 della città di Torino è ricca di soggetti e esperienze di micro reti di
enti pubblici, scuole e realtà del terzo settore. Manca la consapevolezza di far parte di
una comunità educante complessa e capace di collaborare per costruire progetti
educativi rispondenti alle crescenti disuguaglianze.
Il progetto vuole mettere in relazione queste reti, e altri soggetti isolati, in modo
organico, per creare una comunità educante diffusa, capillare, continuativa; capace di
mettere in atto processi inclusivi e di resilienza sostenibili nel tempo. Una comunità
capace di ridare capacità e competenze a tutti gli attori che sono implicati
nell’educazione delle giovani generazioni (anche a quelli informali) e che rappresentano
segmenti di popolazione fragili (stranieri, famiglie fragili, disabilità, e così via). Una
comunità che sappia costruire legami bonding e bridging (Putnam) in una prospettiva di
genere ed intersezionale, che supporti e condivida con la scuola il compito
dell’educazione delle giovani generazioni.
Il progetto si ispira alla metodologia della ricerca-azione, che accompagnerà tutte le fasi
e azioni previste, anche, ma non solo, con l’ausilio di strumenti digitali e azioni di eparticipation.
Il progetto prevede 3 macro-azioni, realizzate attraverso un processo partecipato di
confronto e co-progettazione che coinvolgerà i 17 soggetti della rete.
Azione 1. Costruzione della rete: costituzione e gestione di una cabina di regia per
governare e orientare le azioni e di un tavolo di rete allargato attraverso momenti di
animazione territoriale, eventi, momenti formativi e informativi.
Azione 2. Conoscere insieme la Comunità: 2 azioni di ricerca – azione partecipata con
il coinvolgimento di bambini, giovani, adulti e anziani del territorio, anche attraverso
l'utilizzo di strumenti digitali per la cittadinanza attiva (Civic Social Network).
Azione 3. Micro-azioni conclusive per costruire comunità di pratiche nelle scuole partner
del progetto.
Per comunità educante intendiamo una rete di soggetti territoriali, pubblici e privati,
formali e informali, che si pongono l’obiettivo di cooperare e co-progettare con l’intento
di coinvolgere coloro che sono più fragili.
In considerazione del fatto che il ruolo educativo non può essere attribuito solo alla
scuola e alla famiglia, è necessario fare in modo che, concretamente, si costruiscano dei
legami tra i diversi attori affinchè tutti si assumano il ruolo di educatori, secondo una
logica non tanto di rete chiusa, controllante e omologante, ma di rete aperta, che offra
differenziate opportunità di sviluppo delle potenzialità e capacità dei minori. Per questo
è rilevante ampliare la rete territoriale creando connessioni tra attori sociali dove non ci
sono e rinforzare quelli esistenti, affinchè si consolidino e diventino sostenibili. Un altro
processo, che accompagna la nostra idea di comunità educante, è una analisi, e conseguente intervento, di carattere sistemico. Una prospettiva che guardi sia agli
aspetti contestuali sia a quelli psicologici e soggettivi (ad es.: in che misura scuola,
servizi, associazioni sono tra loro connesse? che tipo di collaborazione esiste tra loro?
Quanto e come le famiglie sono, e si sentono, isolate?, ecc.)
Nel presente progetto saranno coinvolti 17 attori del territorio. Per coordinare le loro
attività verrà istituito un Tavolo di Rete da almeno un rappresentante per ciascun
soggetto a cui si aggiungeranno altri attori che rappresenteranno gruppi e/o
associazioni la cui visibilità territoriale è attualmente scarsa. I Componenti del Tavolo di
Rete avranno i seguenti compiti: a) scambiare “buone pratiche” per contaminarsi in
modo interdipendente; b) garantire la visibilità delle attività e iniziative in corso; c)
monitorare le attività presenti al loro interno (quelle in atto e quelle eventualmente
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