Il progetto intende ricomporre le vicende della storia del restauro pittorico tra collezionismo privato e musei nel rapporto tra Italia e Stati Uniti nel corso del XX secolo. Muove dalla netta divaricazione tra “restauro artistico” e “restauro scientifico” che caratterizza la storia della conservazione dei manufatti pittorici in Italia, indirizzando secondo traiettorie molto distanti tra loro le prassi operative.
Connettendo questo tema a quello del collezionismo e della museologia negli Stati Uniti d’America, bacino fondamentale di approdo di opere e luogo di sperimentazione di modalità di ricezione museale, la ricerca mira a verificare le ricadute della diatriba teorica nel rapporto tra restauratori e critici italiani e collezionismo privato e musei statunitensi.
A partire dall’analisi delle biografie e dell’opera dei restauratori che dall’Italia si trasferiscono in territorio americano per collaborare con collezionisti e istituzioni museali di recente fondazione, si osserverà il risultato della commistione tra la cultura del restauro di origine e la cultura visiva di approdo. Saranno presi in considerazione specialmente casi-studio relativi a opere che dalle collezioni italiane migrano verso gli Stati Uniti nel periodo in oggetto, in modo da poter ricostruire, attraverso materiali archivistici e iconografici, come l’approccio al restauro – in particolare nelle sue fasi di restituzione estetica – si differenzi tra quelli realizzati prima dello spostamento e quelli operati sotto la supervisione di esperti americani. Viceversa, si analizzeranno le modalità attraverso le quali in Italia furono accolte le metodologie scientifiche applicate ai beni culturali attraverso la realizzazione di campagne di indagini diagnostiche condotte con fondi americani tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento nei maggiori musei italiani.
Il fenomeno oggetto della ricerca verrà ricostruito e analizzato a partire dalle vicende di alcuni protagonisti della cultura artistica, collezionistica e di tutela attivi nei territori delle due unità di ricerca componenti il progetto, Torino e Venezia.
Il progetto intende appoggiarsi, implementandola, alla Banca dati RES.I. (Restauratori Italiani) dell’Associazione Giovanni Secco Suardo, presso la quale sarà costituita una sub-unità, nonché sperimentare una piattaforma di condivisione di set digitali già esistenti derivanti da archivi conservati presso istituzioni e musei americani, da mettere in relazione con quelli conservati presso istituzioni italiane.
Il programma prevede inoltre l’impiego delle tecnologie e delle applicazioni digitali per implementare il senso di appartenenza della cittadinanza e per ribadire il legame con il patrimonio, inteso anche come sorgente per processi di micro economia disseminati sul territorio, di cui i musei possono costituire il volano.