Nuove prospettive di trattamento delle patologie parodontali mediante cellule mesenchimali staminali del legamento parodontale
Progetto La patologia parodontale (parodontite) è una delle più comuni condizione patologiche a livello mondiale, con forte impatto sociale. La parodontite è una delle due principali patologie dei denti, insieme alla carie dentale. Dati epidemiologici suggeriscono che il 15-20% della popolazione adulta sia affetto da parodontite di grado medio o severo. In Italia, circa il 10% della popolazione manifesta forme avanzate; particolarmente colpite sono la fascia di età compresa tra i 35 ed i 44 anni. Nella popolazione torinese la prevalenza della parodontite è di circa il 40,8% per la forma moderata e del 34,9% per la forma severa. La parodontite comprende uno spettro di sintomatologie, infatti può essere inizialmente confinata al tessuto gengivale superficiale (gengivite), ma può progredire fino ad arrivare ad un’irreversibile distruzione del tessuto di supporto del dente, causando mobilità del dente, con ripercussioni sull’estetica, sulla capacità masticatoria, sulla vita di relazione e sulla salute sistemica. Se si considera che la parodontite è l’evoluzione nel tempo di un quadro clinico di gengivite, completamente reversibile se correttamente trattata, si comprende come il dato epidemiologico rivesta un ruolo centrale per l’implementazione di programmi di prevenzione e di trattamento a carico del SSN. Il legamento parodontale è un tessuto fibroso denso, caratterizzato da una architettura complessa, che mantiene il dente attaccato all’osso alveolare. Le fibre del legamento sono principalmente costituite da collagene di tipo I e sono collegate sia all’osso alveolare sia al cemento del dente. La componente cellulare del legamento consiste soprattutto di fibroblasti di derivazione ectodermica, insieme ad osteoblasti e cementoblasti, tutti derivanti dalle cellule mesenchimali staminali (MSC). Le funzioni del parodonto includono: l’attacco dei denti all’osso mandibolare, il sigillo tra il dente e l’epitelio orale, l’assorbimento di forze occlusali che permettono il movimento del dente nell’osso mandibolare e la percezione di stimoli meccanosensoriali e di propriocezione, fondamentali per la masticazione. Per la corretta formazione e il mantenimento del legamento parodontale sono infatti fondamentali gli stimoli meccanici (compressione, trazione, sforzo di taglio) a cui è continuamente sottoposto. Il legamento parodontale assorbe e dissipa le forze occlusali applicate ai denti durante la loro funzione. In particolare, i proteoglicani presenti nel legamento, fortemente idrofilici, consentono di smorzare i carichi subiti dal dente, mentre le fibre di collagene costituiscono le fibre di riposo, che consentono minimi movimenti e trasmettono i carichi derivanti dall’osso alveolare circostante. Al fine di promuovere la rigenerazione del tessuto parodontale danneggiato ed evitare la perdita dei denti oppure favorire la perfetta riuscita di un impianto laddove sia inevitabile, l’obiettivo strategico di questo studio è sviluppare un trattamento innovativo basato su un approccio di medicina rigenerativa, che consenta di migliorare le prestazioni delle soluzioni terapeutiche attualmente disponibili e non sempre efficaci. In particolare, la strategia innovativa proposta per il trattamento della parodontite prevede l’uso di un sistema 3D ottimizzato basato su MSC isolate dal legamento parodontale del paziente combinate con un bioink appositamente sviluppato per promuoverne la crescita ed il differenziamento una volta inserito nel paziente, al fine di indurre la rigenerazione del tessuto danneggiato. I risultati di questo studio potrebbero implicare una diminuzione dei trattamenti protesici con conseguente riduzione dei costi a carico del SSN.