Sistema Integrato di Lifelong Learning per la Valorizzazione, l’Educazione alla cittadinanza attiva e il Recupero delle capacità cognitive

Con il progetto SILVER il gruppo intende rispondere al bisogno di promuovere il welfare di comunità, una delle priorità oggetto del bando CRT 2020, attraverso lo sviluppo e la sperimentazione di un sistema integrato di interventi di empowerment rivolti agli anziani a rischio di decadimento cognitivo e ai loro caregiver. L’Agenda 2030 identifica gli over 65 tra i target più vulnerabili e bisognosi di interventi, ma che in molti casi possono ancora divenire parte attiva nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Secondo i dati del CENSI e dell’AIMA, il Piemonte presenta una popolazione tra le più anziane, oltre che un numero di persone affette da demenza tra i più elevati: sono addirittura 50.000 i malati a cui è stato diagnosticato l’Alzheimer, in maggioranza donne. La rete di appoggio per la fascia di utenza over 65 in Piemonte è particolarmente fragile e non tocca soltanto l’aspetto clinico, ma permea anche la dimensione sociale e quella educativa, dimensioni spesso sottovalutate. Tuttavia in Piemonte, regione che è stata individuata dalla Commissione Europea come uno dei Reference Site per l’invecchiamento sano e attivo nell’ambito del Programma EIP-AHA, esistono alcune realtà di eccellenza, come quella dell’Ospedale di Settimo Torinese, che necessitano di essere ulteriormente potenziate. L’elevata percentuale di occupazione dei letti accertata in sede di rilevazione dei bisogni, fa emergere la necessità di migliorare la presa in carico adottando un approccio sistemico e multidisciplinare. La tipologia dei reparti presenti in Ospedale offre, infatti, la possibilità di entrare in contatto con le persone assistite e con i loro caregiver per un periodo abbastanza lungo da permettere l'instaurarsi di una relazione di cura tra professionisti e pazienti, basata sulle medical humanities. Già l'esperienza maturata dal centro di Cure Domiciliari di Settimo, che insiste sullo stesso territorio, presuppone una particolare attenzione verso una cura umanizzata, fondata sui principi della medicina narrativa, grazie alla quale nelle cartelle cliniche della persona in cure domiciliari è presente un fascicolo per la raccolta delle note autobiografiche e narrative. La sensibilità che i suddetti centri mostrano per aspetti che attengono alla ricerca socio-educativa e l’apertura verso metodi narrativi fondano dunque i presupposti per poter dialogare sinergicamente con queste realtà e per sviluppare, nell’ambito di questo progetto, una strategia sostenibile per rafforzare sul piano socio-educativo la rete a sostegno di persone anziane a rischio di decadimento cognitivo e composta dai suddetti centri sanitari, che assumeranno il ruolo di partner del progetto, dai volontari e dagli stessi caregivers che si prendono cura degli anziani. Destinatari finali dell’intervento saranno gli anziani con patologie croniche in politerapia seguiti dalle strutture di Settimo. L’intervento, che si inserisce in un ambito già consolidato sul piano scientifico consisterà nell’attuazione di percorsi formativi basati su un approccio metodologico innovativo, nel corso dei quali i pazienti saranno affiancati da studenti di alcune scuole superiori situate nella zona di Settimo e limitrofe che stanno seguendo un percorso di alternanza scuola lavoro nelle strutture partner del progetto. L’approccio metodologico adottato, che combina il coding con tecniche basate sul digital storytelling per produrre narrazioni digitali basate sull’elaborazione dei vissuti personali, può contribuire al mantenimento delle capacità cognitive degli anziani coinvolti, indipendentemente dalla patologia. Il digital storytelling (DST) è una pratica narrativa, nata in California negli anni Novanta (Lambert, 2014) e consolidatasi nei contesti educativi e di cura (Hardy, Sumner, 2008; De Jager et al., 2017) che da una parte, facendo leva sulla dimensione collegiale data dalla costruzione condivisa dei significati, gener