Il diritto alla casa è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e rientra
nell‘Agenda 2030. In Italia le politiche abitative sono state contraddittorie e orientate a
favorire l’acquisto della casa con misure provvisorie per i soggetti vulnerabili. Dagli anni ‘90
l'edilizia residenziale pubblica è uscita dall’agenda politica ed è stato liberalizzato il mercato
immobiliare: la perdita di mediazione ha aumentato le vulnerabilità abitative. Nel nuovo
millennio il disagio abitativo si è esteso alla nuova area grigia delle politiche abitative:
giovani adulti, coppie giovani con e senza figli, persone con background migratorio, la classe
Numero della Richiesta: #78828
Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo - Via Roma 17, 12100 Cuneo MOD.SAI-002-Rev.5 Pagina 7/24
media che vede l’accesso al mercato immobiliare come sempre più difficile. Questi gruppi
hanno redditi troppo elevati per accedere agli strumenti di protezione abitativa e sono
troppo deboli per accedere al mercato abitativo privato. In provincia di Cuneo i dati sul
nuovo disagio sono scarsi. Andirivieni con la sua coabitazione giovanile intercetta
continuamente situazioni di disagio abitativo a cui non riesce a rispondere. È necessario
trovare soluzioni con l’ente pubblico e approfondire il problema. La ricerca Abité (2021)
analizza il disagio abitativo giovanile dovuto a caro affitti, carenza di case adeguate e lavoro
precario. Le persone con background migratorio incontrano diffidenza, abitano case
inadeguate o sovraffollate, hanno bisogno di accompagnamento e mediazione con i
proprietari.Gli sportelli territoriali (Punto Meet, Communal Living, Caritas) intercettano il
bisogno, ma devono essere potenziati e integrati. Serve fare rete e sensibilizzazione. Il
diritto all’abitare si configura come un diritto a rischio. Per alcuni è un diritto emergente in
quanto la realtà sociale è cambiata ed è necessario proporre soluzioni innovative e
presidiare la tutela del diritto.