ENO3PEP: il vaccino di nuova generazione per la cura del tumore del pancreas, a un passo dalla clinica
Progetto L’adenocarcinoma pancreatico duttale (APD) rappresenta il più frequente tumore maligno a carico del pancreas ed è uno dei tumori solidi con la prognosi più infausta: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, infatti, è solo del 10%. L’unico trattamento curativo è l’intervento chirurgico, applicabile solo al 20% dei pazienti diagnosticati. Mediante un’analisi di tipo proteomico abbiamo identificato delle proteine la cui espressione è particolarmente aumentata nelle cellule pancreatiche tumorali, tanto da indurre una risposta anticorpale nei pazienti. Tra queste, la proteina riconosciuta dal sistema immunitario con maggior frequenza è alfa-enolasi (ENO1). Abbiamo caratterizzato nel dettaglio la risposta immunitaria indotta da ENO1 e testato anche l’efficacia terapeutica di un vaccino a DNA esprimente l'intera sequenza ENO1 umana in modelli murini in grado di sviluppare spontaneamente APD. Nell’intento di aumentare l’efficacia terapeutica di questo primo vaccino, abbiamo utilizzato le sole sequenze immunogeniche di ENO1, ovvero quelle più efficienti nello scatenare l’attivazione focalizzata dei linfociti T e la produzione di anticorpi anti-tumore. A partire da una libreria di 14 peptidi che coprono l’intera sequenza di ENO1 abbiamo identificato 6 porzioni che, rispetto alla sequenza intera di ENO1, inducono una più elevata proliferazione e produzione della citochina effettrice anti-tumore (IFN-gamma), contestuale ad una bassa produzione della citochina soppressoria (IL-10). Le 6 porzioni sono state inserite in un plasmide a DNA, chiamato ENO3PEP, che rappresenta la seconda generazione di vaccino per il trattamento dell’APD. Nei modelli pre-clinici ENO3PEP ha dimostrato un’aumentata efficacia nei confronti di ENO1 intera nel: i) diminuire la percentuale di lesioni tumorali (del 61% contro il 50% di ENO1 sequenza intera), ii) nell’aumentare l’infiltrato linfocitario nel sito tumorale, iii) nello stimolare la produzione di anticorpi specifici già dopo la prima vaccinazione a livelli che ENO1 intera stimola solo dopo la quarta vaccinazione, iv) nel triplicare il titolo finale di anticorpi anti-ENO1 e v) nel raddoppiare il numero di linfociti T attivati a produrre IFN-gamma. Il passo successivo è quello di eseguire gli studi di biodistribuzione e tossicità necessari per sottomettere la richiesta di autorizzazione allo studio di fase I all’Agenzia Italiana del Farmaco.