SKILLS FOR LIFE: RICERCA-INTERVENTO PER STAFF DI SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE
Progetto SKILLS FOR LIFE: RICERCA-INTERVENTO PER STAFF DI SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE
BACKGROUND
A partire dagli anni ’90 dello scorso secolo, in vari ambiti legati al mondo dell’istruzione e della formazione, si è progressivamente affermata la consapevolezza che le sfide portate dal nuovo millennio avrebbero richiesto a ciascun* lavoratore/trice di esprimere un intreccio tra le classiche competenze di mestiere (di tipo “verticale” o hard) e competenze di natura più soft in grado di abilitare l’espressione delle prime nei reali contesti professionali (cfr. Morin, 1999 – La testa ben fatta).
Per questa ragione, il linguaggio utilizzato per fare riferimento alle competenze si è progressivamente arricchito di nuovi termini, in un primo momento utilizzati quasi esclusivamente dagli esperti, e progressivamente integrati nel linguaggio comune, non senza equivoci e semplificazioni. Tra questi nuovi termini, i più diffusi sono life skills, soft skills, competenze non-cognitive, competenze trasversali e capitale psicologico.
Le life skills, che rappresentano il costrutto di riferimento del presente Progetto, sono state definite dall’OMS come “risorse personali (abilità, competenze) che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana” (Bollettino OMS, 1992). La stessa OMS ha proposto una tipologia articolata in 10 principali life skills: decision making (capacità di prendere decisioni), problem solving (capacità di risolvere i problemi), pensiero creativo, pensiero critico, comunicazione efficace, capacità di relazioni interpersonali, autoconsapevolezza, empatia, gestione delle emozioni, gestione dello stress.
Nel documento di Ginevra del 1994, l’OMS ha sottolineato come tutte le agenzie educative possano farsi carico della trasmissione di tali skills, che il periodo di vita più promettente sia quello compreso tra i 6 e i 16 anni, e che un’adeguata acquisizione durante gli anni della formazione di sé possa portare nel successivo ciclo di vita una più elevata probabilità di salute fisica e mentale, di realizzazione personale e – a livello sociale – a uno sviluppo più sostenibile e inclusivo del contesto di riferimento (Botwin e Griffin, 2004 - Life skills training: Empirical findings and future directions; Marmocchi, Dall’Aglio e Tannini, 2004 – Educare le life skills).
La letteratura scientifica a oggi conta un gran numero di contributi che, esprimendosi in grande sintesi, confermano la visione proposta dall’OMS in diversi contesti geografici e culturali (es. Carter et al., 2019 - The roles of non-cognitive and cognitive skills in the life course development of adult health inequalities; Weichold et al., 2006 - Cross-cultural evaluation of a life-skills programme to combat adolescent substance misuse). Allo stesso modo, diverse istituzioni hanno pubblicato report tecnici relativi a indagini su larga scala su questo tema (es. OCSE, 2021 – Beyond Academic Learning. First Results from the Survey of Social and Emotional Skills).
OBIETTIVI
Il Progetto di ricerca-intervento “Skills for Life” ha come target di riferimento gli staff (dirigenti, allenatori/trici, accompagnatori/trici) delle Associazioni/Società sportive dilettantistiche del territorio piemontese che lavorano con bambin* e ragazz* di età compresa tra 6 e 19 anni, sia nell’ambito degli sport di squadra sia in quello degli sport individuali. Più precisamente, è possibile definire un obiettivo generale articolato in tre differenti sotto-obiettivi.
L’obiettivo generale è potenziare l’efficacia educativa del ruolo degli staff, incrementando la possibilità che l’esperienza di pratica sportiva vissuta dai/dalle giovani atlet* permetta loro di sviluppare alcune delle life skills descritte in precedenza.
Il primo sotto-obiettivo sarà dunque quello di entrare in contatto co