La malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza e affligge
principalmente la popolazione femminile. Il ruolo protettivo degli estrogeni
nel prevenire le malattie neurodegenerative e la neuroinfiammazione è ben
noto, ma i meccanismi attraverso cui essi agiscono rimangono ancora
oscuri. Recentemente nei nostri laboratori, utilizzando un modello animale
di malattia, abbiamo dimostrato che esiste una correlazione tra i livelli di 17
ß-Estradiolo (17 ß-E2) e l'espressione del miRNA-21 (1). I dati sono stati poi
confermati clinicamente, analizzando campioni plasmatici di pazienti sia
maschi sia femmine, over 65 anni di età, affetti da AD, con decadimento
cognitivo lieve (MCI) e la popolazione di controllo. Il nostro progetto di
ricerca ha lo scopo di identificare un nuovo biomarcatore plasmatico
precoce che permetta al paziente e alla famiglia di aderire a trattamenti
farmacologici e non farmacologici mirati a favorire una miglior qualità di vita
e a determinare una riduzione della disabilità. Inoltre, utilizzando un
modello murino innovativo elaborato nei nostri laboratori: 5xTg-
AD/hTauTg, studieremo approcci terapeuti volti a ridurre gli effetti patogenetici del miRNA218 e anche a controllare la sua modulazione
estrogeno dipendente.