Una terra da solacz. 500 anni di teatro in piemontese: l’Opera Jocunda di G. G. Alione (1521-2021)
Progetto L’Opera Jocunda di Giovan Giorgio Alione è un testo di straordinaria importanza per la storia linguistica, letteraria e culturale del Piemonte e dell’Italia settentrionale: si tratta di uno dei primi testi a stampa di un volgare non toscano (1521) e, soprattutto, del primo testo in piemontese di cui si conosce l’autore e la cui lingua è attribuibile a una varietà specifica, in particolare all’astigiano antico. L’opera è strettamente legata al territorio piemontese ma, allo stesso tempo, è dotata di un respiro europeo, perché influenzata dalla letteratura francese tardo-medievale e della letteratura maccheronica.
Nell’occasione del cinquecentenario della prima stampa dell’Opera Jocunda (1521-2021), il progetto ha l’obiettivo di valorizzare e far riscoprire al grande pubblico l’opera dell’autore attraverso l’organizzazione di rappresentazioni artistiche e workshop didattici per aspiranti attori, coinvolgendo una rete di associazioni culturali, laboratori teatrali, complessi musicali e biblioteche, nell’ottica di una proficua collaborazione tra l’università e le realtà artistiche e culturali piemontesi. L’espressione che appare nel logo del progetto, Una terra da solacz (‘una terra di sollazzo’), è tratta dal secondo verso del Prologo de l’auctore: Alione la usa per definire Asti, ma nell’ottica del progetto intende esprimere la vivacità e l’attualità dell’Opera, con l’effetto evocativo dell’astigiano antico e con i caratteri semigotici originali della prima stampa.