Il progetto “Atlante della discografia antagonista” è il primo studio sistematico e scientifico della discografia politica in Italia negli anni dal 1958 al 1980. Per “discografia antagonista” (DA) intendiamo l’insieme delle imprese culturali, ufficiali o informali, che si sono dedicate alla produzione di supporti fonografici veicolanti contenuti impegnati, politici e di dissenso. Negli anni ’60 e ’70 i partiti e le organizzazioni di sinistra (ma non solo) e le etichette discografiche a questi direttamente o ideologicamente legate hanno pubblicato una grande quantità di dischi di canzoni politiche vecchie o nuove, documenti sonori e field recordings, anche nel contesto del folk revival e delle campagne di registrazione delle pratiche di tradizione orale dell’”etnomusicologia di urgenza”. Il disco e la registrazione sonora sono stati al centro delle politiche culturali e della propaganda, dei processi di acculturazione e del tempo libero dei militanti. Hanno rappresentato uno strumento di costruzione di memoria condivisa (ad es. sulla Resistenza), di dissenso e di controinformazione, per dare voce a minoranze (dal movimento femminista all’operaismo, al movimento studentesco). Questo patrimonio è a oggi disperso, di difficile accesso e quasi completamente non studiato. Il progetto intende 1) costruire il primo catalogo della DA italiana, 2) procedere a una digitalizzazione a campione delle fonti sonore e dei documenti e 3) alla raccolta di interviste e storie di vita, finalizzate allo 4) studio e alla 5) diffusione dei materiali, a beneficio delle “heritage communities” e della comunità scientifica.
La storia della DA si interseca con quella dell’etnomusicologia e degli studi demoetnoantropologici, per tramite della ricerca sul campo, della storia delle tecnologie del suono e del folk revival. L’immissione sul mercato di registrazioni sonore ha implicato l’emergere di una “neotradizione” orale che si innesta su nuovi repertori politici, ma anche su repertori orali ri-mediati. Il progetto supera una concezione angusta e ruralista dell’archivio sonoro, nell’ottica di un’interpretazione innovativa e antiessenzialista: il patrimonio immateriale non è comprensibile né valorizzabile in maniera indipendente dai processi culturali e politici che ne hanno forgiato lo stile, i contenuti e le pratiche connesse.
Il progetto gode del sostegno di realtà culturali di alto profilo. La disseminazione si avvarrà di pubblicazioni; convegni; una mostra itinerante a disposizione dei soggetti coinvolti (anche in ottica di “repatriation”); e un portale open access. Verrà implementato, in collaborazione con altri PRIN già finanziati presso l’unità torinese, lo sviluppo di sistemi informatici Linked Open Data interoperabili e aperti, a disposizione per ulteriori progetti, anche in collaborazione pubblico-privato. Tale sistema interviene su una delle principali criticità legate alle risorse di catalogazione: la frammentazione e dispersione delle risorse digitali. Il progetto “Atlante della discografia antagonista” è il primo studio sistematico e scientifico della discografia politica in Italia negli anni dal 1958 al 1980. Per “discografia antagonista” (DA) intendiamo l’insieme delle imprese culturali, ufficiali o informali, che si sono dedicate alla produzione di supporti fonografici veicolanti contenuti impegnati, politici e di dissenso. Negli anni ’60 e ’70 i partiti e le organizzazioni di sinistra (ma non solo) e le etichette discografiche a questi direttamente o ideologicamente legate hanno pubblicato una grande quantità di dischi di canzoni politiche vecchie o nuove, documenti sonori e field recordings, anche nel contesto del folk revival e delle campagne di registrazione delle pratiche di tradizione orale dell’”etnomusicologia di urgenza”. Il disco e la registrazione sonora sono stati al centro delle politiche culturali e della propaganda, dei proce