Fondi fotografici del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Torino: immagini del brigantaggio e rappresentazioni coloniali, un patrimonio inedito da scoprire e salvaguardare”
Progetto Il progetto verte sulla proposta di intervento conservativo su 4 fondi fotografici dell’Archivio del Sistema Museale di Ateneo (SMA) dell’Università di Torino. SMA (istituito nel 2014) è costituito da: il Museo di Anatomia umana Luigi Rolando, il Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso, il Museo di Antropologia ed Etnografia (MAET) e l’Archivio Scientifico e Tecnologico (ASTUT). Il presente progetto si inscrive nelle finalità di SMA volte a perseguire obiettivi di sviluppo attraverso la conservazione, valorizzazione e comunicazione del proprio patrimonio. La domanda si riferisce a interventi sul fondo fotografico sul “brigantaggio” del Museo Lombroso e su 3 fondi di fotografie (“Gariazzo-Sesti”, “Musso” e “Marro”) prodotte nelle colonie africane (attuali Repubblica Democratica del Congo, Egitto e Somalia) del MAET.
Nel complesso si prevede un intervento conservativo su 1131 fotoliti composti da: 183 positivi su carta raccolti in tre album e foto sciolte (fondo “brigantaggio”); 111 fotografie a stampa raccolte in 3 album (fondo “Musso”); 847 negativi su vetro (343 del fondo “Gariazzo- Sesti” e 504 del fondo “Marro”). Questi fondi rappresentano importanti testimonianze degli interessi scientifici, tra Ottocento e Novecento, di Cesare Lombroso, il padre dell’antropologia criminale, e Giovanni Marro, antropologo fondatore del MAET, che hanno raccolto e, in alcuni casi, prodotto gli scatti in questione. Nel complesso, sono previsti interventi conservativi volti a pulizia, talvolta restauro, e conservazione in contenitori idonei (solo per i fondi “Musso”, “Gariazzo-Sesti” e “Marro” in quanto il fondo “brigantaggio” è già organizzato in condizioni di sicurezza) che saranno realizzabili nell’arco di 12 mesi con la collaborazione del personale SMA e di esperti esterni in restauro.
Una volta restaurati, i fondi verranno studiati, digitalizzati e inseriti sulla piattaforma SIGEC