Sebbene i disturbi visivi corticali si riscontrino frequentemente dopo un danno cerebrale alle cortecce visive, purtroppo sono raramente considerati nei programmi di neuro-riabilitazione. La condizione più frequente è l’emianopsia, una perdita totale della vista nell'emicampo contro-lesionale (Zhang et al., 2006). Nonostante la riabilitazione sia stata trascurata, numerosi studi si sono concentrati sulla dissociazione tra visione consapevole e non consapevole e hanno dimostrato che alcune funzioni visive possono essere preservate nonostante la lesione (Humphrey e Weiskrantz, 1967) suggerendo che la visione cosciente compromessa possa essere ripristinata allenando le capacità visive residue.
Tra le prime preoccupazioni dei pazienti con emianopsia è annoverato il ritiro della patente che limita la loro autonomia e la qualità della vita. Ad oggi, il D. Lgs n. 285/92 (art.119), il D.P.R n. 495/92 (art. 322 e 325) e i decreti ministeriali successivi (DM 30/10/2003; DM 30/11/2010), identificano tra i requisiti minimi per il rinnovo della patente una porzione intatta del campo visivo, l’acutezza visiva, la visione crepuscolare, la sensibilità all’abbagliamento e al contrasto. Parametri ignorati in contesto clinico-riabilitativo in presenza di un difetto del campo visivo.
Lo scopo del presente progetto è pertanto duplice; da un lato caratterizzare le proprietà residue di questi pazienti, altresì, usare tali risultati per strutturare un protocollo di valutazione dei parametri descritti nel codice della strada e promuovere un trattamento mirato a migliorare tali specifiche funzioni. Ai fini del primo obbiettivo, il progetto si avvale di occhiali con integrato il tracciamento dei movimenti oculari in un contesto di visione libera. Tale strumento è in grado di mappare dove le persone indirizzano il loro sguardo e con quale frequenza. Studi su modelli animali con lesioni alle cortecce visive hanno mostrato che nonostante la riduzione del campo visivo gli animali mostravano una capacità preservata di indirizzare il movimento oculare verso stimoli salienti anche quando presentati nell’emicampo cieco (Yoshida et al., 2012). Tali proprietà, se condivise dai pazienti, potrebbero aprire una discussione in merito alle capacità minime richieste per poter guidare. In aggiunta, ulteriori studi sulle dinamiche oculari dei pazienti permetteranno di formulare un protocollo che alleni e potenzi queste proprietà. L’efficacia del trattamento verrebbe poi condivisa con le strutture di neuro-riabilitazione, con le motorizzazioni e le unità sanitarie locali. Lontani dall’ambizione di ripristinare una visione completa nei pazienti, lo scopo è quello di migliorare la loro performance al fine di includerli tra i "casi eccezionali" e favorire l’autorizzazione per il rilascio della patente, seppure con eventuali limitazioni, da parte della commissione medica locale.