La necessità di profonda trasformazione dei processi produttivi dovuti alla transizione ecologica richiede un importante cambiamento anche per la chimica di sintesi, che oggi fornisce materiali essenziali, tra cui composti per l’elettronica e, soprattutto, farmaci. In particolare, uno dei principali problemi connessi alla sintesi di composti chimici risiede nell’utilizzo di notevoli volumi di solventi organici, il cui profilo di rischio è uno degli aspetti più delicati (infiammabilità, tossicità, etc.). E’ quindi auspicabile limitare il più possibile l’utilizzo di solventi organici, sostituendoli con analoghi composti aventi profilo di rischio decisamente inferiore. L’utilizzo di acqua come solvente comporta il rischio minimo, ma molti composti organici non sono solubilli in acqua e per poterli solubilizzare è necessario l’utilizzo di tensioattivi. E’ stato recentemente dimostrato che l’utilizzo di tensioattivi consente all’acqua di sostituire efficacemente i tradizionali solventi organici, eliminando di fatto molte situazioni di rischio e pericolo, specialmente a livello industriale. In molti casi le reazioni possono essere eseguite a temperatura ambiente o di poco più elevata e spesso in tempi contenuti. Già nel 2017 il proponente, insieme a colleghi del Dipartimento di Chimica, ha sfruttato questi metodi per la produzione di materiali per la riduzione elettrochimica dell’anidride carbonica con interessanti risultati. In tal modo si possono realizzare sia la sostituzione di solventi con altri meno pericolosi (acqua), sia un risparmio energetico, quanto mai necessario ed opportuno nella congiuntura attuale.
La necessità di produrre in modo sostenibile intermedi organici e prodotti finali per l’industria farmaceutica e dei materiali è la base di questo progetto. L’urgenza di rendere sostenibili i processi chimici ha raccolto l’interesse di alcune industrie piemontesi che operano nel settore della produzione di composti chimici e di associazioni di categoria.
Il presente progetto, che coinvolge UNITO e UPO (Università del Piemonte Orientale), intende soddisfare il bisogno di produrre intermedi e prodotti chimici finali, aventi utilità nei settori farmaceutico e dei materiali, predisponendo reazioni utilizzando i tensioattivi e le loro soluzioni acquose micellari, proponendo anche al sistema industriale locale ed italiano questa nuova metodologia di sintesi onde ottenere risparmio energetico, di risorse, limitando l’impatto ambientale.