La coltivazione del riso in Italia è localizzata principalmente in Piemonte e Lombardia dove, in quest’ultima regione, il riso occupa circa il 43% della superficie nazionale. Le tecniche agronomiche adottate nelle aziende risicole italiane hanno subito profonde evoluzioni nell'ultimo decennio e devono ora rapidamente adeguarsi a strategie innovative e più sostenibili, come il “Farm to Fork” del Green Deal Europeo. La definizione di percorsi agronomici sostenibili permetterà ai risicoltori di acquisire maggiori conoscenze su determinate tecniche colturali del riso e di compiere scelte agronomiche che permettano di ridurre l’impatto ambientale, ampliando l’efficienza dei mezzi produttivi, accrescendo la fertilità dei terreni e mantenendo un adeguato livello produttivo.
Il progetto RISOSOST, che coinvolge tre aziende agricole, l’Ente Nazionale Risi e le Università di Torino e Milano, intende dimostrare l’applicabilità di strategie che consentano una produzione risicola di elevata qualità e al contempo mitigare gli impatti ambientali e in particolare le emissioni nel comparto aria, quali metano e ammoniaca. Il progetto mira quindi a confrontare differenti strategie in diverse situazioni operative, quali quelle della semina in acqua e in asciutta. In particolare, nell’ambito della semina in acqua del riso, fra le pratiche innovative per incrementare la sostenibilità e ridurre le emissioni di metano, vengono proposte la sommersione invernale abbinata alla pratica dell’Alternate Wetting and Drying (AWD). L’adozione di queste tecniche permetterà inoltre di perseguire l’obiettivo di ottenere un più razionale utilizzo dell’acqua irrigua. Per quanto riguarda invece la semina interrata, attraverso l’attuazione del sovescio di colture intercalari, si favorirà l’apporto di carbonio organico di alta qualità per promuovere l’aumento della sostanza organica nel suolo e per ridurre le emissioni di gas serra. Un ulteriore obiettivo del progetto sarà quello di valutare la possibilità di ridurre le emissioni di ammoniaca in atmosfera attraverso concimazioni di copertura effettuate con diverse tipologie di concimi azotati, quali urea, concimi a lento rilascio dotati di inibitori dell’ureasi e solfato ammonico.
Il progetto avrà una durata di due anni e verrà realizzato in tre aziende agricole coinvolte nel partenariato. Nell’ambito dell’attività volta a mitigare le emissioni di metano in atmosfera nella semina in acqua, verranno scelti due appezzamenti per azienda che verranno gestiti uno applicando le tecniche di sommersione invernale e dell’AWD e uno con il metodo tradizionale (senza sommersione invernale né AWD). In tutte le camere verranno determinati e analizzati gli apporti dei residui colturali e la produzione. Inoltre, verranno monitorati gli aspetti idrologici relativi alle due tecniche attraverso la valutazione del livello della falda freatica tramite l’installazione di dispositivi e sensori adatti allo scopo e l’applicazione di modelli agro-idrologici; a partire da tali dati verranno messi a punto i migliori criteri di gestione dell’AWD.
L’attività che prevede l’ottimizzazione del bilancio del carbonio con la tecnica della semina interrata del riso porrà a confronto la coltivazione del riso preceduta o meno da una coltura leguminosa da sovescio. In tali condizioni verrà quantificato l’apporto di C e N delle biomasse incorporate e dei residui colturali, gli effetti sulla sostanza organica del suolo, la produzione della coltura, e le emissioni di metano.
Lo studio dell’influenza di diverse tipologie di concimi azotati in copertura sulle emissioni di ammoniaca verrà effettuato allestendo una prova specifica nella quale verranno prese in considerazione sia la semina in acqua che la semina interrata. Le emissioni verranno misurate a seguito delle concimazioni di copertura e saranno confrontate con i livelli di concentrazione naturalmente p