La lunga storia degli atenei italiani, su cui esiste una tradizione di studi in connessione con network internazionali, è legata a spazi architettonici e contesti urbani che rappresentano la molteplicità storico artistica del nostro paese. La connessione tra le sedi accademiche e i contesti urbani è anzi un carattere distintivo dell’Italia. Le università si ritrovano ad avere una naturale predisposizione ad una valorizzazione integrata di questi patrimonio, per la compresenza dei fattori abilitanti: è quindi logico che esse assumano un ruolo di traino, anche come attori di rigenerazione urbana.
I beni culturali delle università sono però tradizionalmente visti in modo separato, spesso con residui di personalismi e miopia.
Il progetto assume quindi come obiettivi: rafforzare la consapevolezza rispetto alle potenzialità del patrimonio culturale per politiche più attrattive e competitive; proporre il patrimonio culturale come laboratorio di innovazione nella gestione integrata in senso multidisciplinare della didattica e della ricerca; utilizzare gli strumenti digitali per attivare le relazioni tra le università e i loro contesti.
Dopo una fase desk di ricognizione e modellazione del tema, in fase sperimentale strumenti e metodologie saranno applicati sulle storiche sedi dei proponenti, selezionate come prototipi dimostratori, osservati e valutati in itinere, per poi convergere sulla stesura di linee guida per la valorizzazione integrata dei patrimoni culturali (architettonici, museali, librari, archivistici).
Saranno costruiti e sperimentati: un dinamico catalogo digitale delle sedi storiche e dei beni culturali delle università italiane; un prototipo di piattaforma per nuove forme di socializzazione dei contenuti, specificamente approfonditi in relazione sia alla storia che alla narrazione per immagini delle università.
L’impatto del progetto comprende benefici economici diretti, in termini di reputazione e immagine delle università, ed economie realizzate attraverso un intelligente property management. La sistematica applicazione degli strumenti conoscitivi potrà costituire un importante supporto alle decisioni strategiche. Ma è soprattutto per la Terza Missione che il progetto offre un contributo, per la produzione di capitale sociale che influisce sulla generazione di valore attraverso diversi meccanismi tipici del settore culturale.
Il progetto, elaborato in una dialettica aperta e interdisciplinare, intende sperimentare modelli e strumenti cognitivi, relazionali, comunicativi che modificano radicalmente il quadro delle discipline, in un’ottica transdisciplinare. Per ogni disciplina, si mette in discussione lo stato dell’arte e si sviluppa una consapevolezza circolare metadisciplinare in una prospettiva internazionale.
I punti di forza sono: riconoscimento di una ricerca pienamente transdisciplinare; integrazione nella gestione del patrimonio; realizzazione di strumenti narrativi e nuovi format per un’utenza socialmente eterogenea.