All’interno dello scenario complesso che si è delineato, il nostro progetto di ricerca si propone di testare una possibile risposta a queste esigenze sanitarie, con un duplice obiettivo e attraverso un approccio multi-strategico che comprende una tecnologia all’avanguardia nel trattamento dei disturbi psichiatrici e neurologici: la «neurostimolazione». Da un lato infatti, il presente studio è orientato all’esplorazione e all’approfondimento dei meccanismi neurofunzionali soggiacenti al trauma e ai disturbi d’ansia, nell’ottica di arricchirne la conoscenza e promuovere la messa a punto di nuovi metodi terapeutici. Nello specifico, il primo obiettivo sperimentale consiste nel caratterizzare il ruolo delle cortecce visive associative e della corteccia prefrontale nei processi legati al trauma. La strategia adottata sarà testare se, attraverso la neurostimolazione focale di queste strutture, sia possibile interferire con la codifica e/o con il consolidamento di una memoria emotiva avversiva, monitorandone gli eventuali effetti sulle componenti implicite, esplicite e percettive del ricordo, nonché sui processi neurali sottostanti.
Dall’altro lato, la presente ricerca è rivolta a un fine direttamente applicativo, ovvero quello di testare una nuova potenziale strategia di intervento per i disturbi d’ansia e per i disturbi post-traumatici, basata sul «riconsolidamento» di una memoria immagazzinata. Non sempre, infatti, è possibile intervenire su un ricordo traumatico durante la sua formazione o nel primo periodo di consolidamento. Pertanto, il secondo obiettivo sperimentale consiste nella messa a punto di una procedura di neurostimolazione per riconsolidare una memoria emotiva traumatica e disinnescare le reazioni disfunzionali ad essa associate.
Al fine di raggiungere gli obiettivi previsti, questo studio adotterà una strategia multidisciplinare e traslazionale, coinvolgendo sia partecipanti umani sani che soggetti sperimentali di laboratorio (roditori). L’approccio sarà pertanto integrato e sarà basato nell’uomo su un apparato di tecniche cognitivo-comportamentali, registrazioni psicofisiologiche di segnali autonomici (e.g. risposta elettrodermica di conduttanza cutanea, SCR), l’acquisizione di tracciati elettro-encefalografici (EEG), l’analisi di potenziali evocati evento-correlati (ERPs), la risonanza magnetica funzionale (fMRI) ed una procedura di neuro-stimolazione focale (la Stimolazione Magnetica Transcranica, TMS). Nel roditore verranno applicate tecniche di biologia molecolare, di registrazione elettro-fisiologica, di optogenetica e di stimolazione cerebrale. È infatti nostra convinzione che solo attraverso una combinazione sinergica di approcci eterogenei sarà possibile delineare un quadro esaustivo e un piano d’intervento efficace.