Il progetto Spirits in the Material World intende promuovere lo sviluppo di collaborazioni internazionali fra l’Università di Torino e partner europei, fra cui l’Université de Pau et des Pays de l’Adour (partner UNITA), indagando la rilevanza e i metodi di studio della cultura materiale nella popular culture contemporanea. Il progetto sosterrà la mobilità outgoing del gruppo di ricerca, per partecipazione a workshop, meeting e attività formative; e incoming per le attività previste presso l’Università di Torino. In particolare, sarà previsto un ciclo di cinque seminari, che si svolgeranno tra settembre 2022 e dicembre 2023. I seminari, rivolti anzitutto agli studiosi e alle studiose delle diverse comunità scientifiche interessate, ma aperti anche a studenti, studentesse, dottorandi e dottorande, convocheranno a Torino esperti ed esperte di cultura materiale da tutta Europa, costituendosi così come inediti momenti di riflessione su uno dei temi emergenti della ricerca umanistica.
L’attenzione alla dimensione della cultura materiale offre un utile terreno comune alle discipline che afferiscono alla macroarea 10-C1 (teatro, musica, cinema, televisione e media audiovisivi). Lo studio delle «cose» sembra in grado di offrire una via di accesso privilegiata alla comprensione delle pratiche culturali anche nell’epoca della transizione digitale. Si tratta, cioè, di comprendere gli aspetti immateriali della cultura – i valori, l’immaginario, la memoria, i saperi, i codici con cui una cultura si esprime – attraverso e a partire dai suoi aspetti materiali, dagli oggetti nei loro rapporti con i soggetti.
Per quanto lo studio della cultura materiale rappresenti una costante dell’antropologia, solo negli ultimi anni, la ricerca intorno ai media e, in senso lato, alle culture pop ha iniziato a indagare la materialità come fattore costitutivo di più complesse pratiche culturali, rilevando, ad esempio, processi di «singolarizzazione» e «densificazione» delle merci nel loro rapporto con i soggetti umani.
Le diverse discipline che compongono la macroarea 10-C1 stanno sviluppando un interesse sempre maggiore rispetto a tale prospettiva, anche in relazione ai propri oggetti di studio privilegiati. Gli studi sul cinema, ad esempio, a partire dalla recente revisione e riconfigurazione dei film studies in funzione di una New Cinema History hanno dimostrato un sempre maggiore interesse nei confronti delle pratiche produttive, distributive, esperienziali, sociologiche e antropologiche legate al medium, anche in relazione alla produzione di memorabilia, manifesti, ecc.
Tale prospettiva, d’altra parte, è perfettamente in linea con lo sviluppo di una scienza musicologica pienamente «culturale» e che superi le tradizionali gerarchie valoriali e funzionali, come è nelle ambizioni dell’etnomusicologia contemporanea. Lo studio delle pratiche musicali muove anche dalla materialità degli oggetti sonori, incorporando l’organologia ed estendendone i confini nella direzione della comprensione dei nuovi strumenti e delle nuove creatività musicali e degli aspetti materiali che riguardano le tecnologie di riproduzione del suono.
Un rinnovo di interesse si registra inoltre nell’ambito degli studi teatrali, presso i quali la cultura materiale è oggi indagata metodologicamente in chiave antropologica e storiografica. L’attenzione alle condizioni materiali del teatro, già presente nella storiografia moderna di estrazione settecentesca, conosce infatti dal secondo Novecento un’inedita riscoperta. In particolar modo l’approccio teorico e pratico offerto dall’antropologia teatrale ha inaugurato una via di indagine “interna” alla messa in scena e al lavoro dell’attore che ha portato sempre più ad assumere anche storicamente l’evento teatrale come “oggetto culturale”. Proseguendo lungo questa linea, l’analisi della cultura materiale del teatro conosce oggi nuova